La business continuity serve anche se non succedono disastri

La business continuity serve anche se non succedono disastri?

Oggi parliamo di una storia vera: metto i nomi, ma non i cognomi.
Oggi parliamo di come la business continuity possa servire anche se non succedono dei disastri veri e propri.

Prima dell’estate Emanuele aveva convinto un suo cliente a installare un sistema di business continuity. Il suo cliente aveva un server fisico sopra il quale c’era montato VMware che faceva girare 2 o 3 macchine virtuali: tutte quelle che servivano al suo cliente per far lavorare la sua azienda.

Un bel giorno il controller RAID dei dischi segnala dei “problemi“, prontamente intercettati dai tecnici di Emanuele. Dopo aver sentito l’assistenza del produttore del server, si stabilisce che è necessario “un intervento a cuore aperto”: occorre cambiare una scheda del server.
E cambiare una scheda interna del server significa spegnere il server…
Quindi fermare le applicazioni…
Quindi fermare l’azienda.

Per esperienza, Emanuele sa che anche l’intervento più semplice può richiedere ore e ore e che l’imprevisto è sempre in agguato: per questo motivo decide che è venuto il momento di mettere alla prova  il sistema di business continuity venduto qualche mese prima al cliente.

Si programma il giorno dell’intervento sul server fisico e la sera precedente i tecnici di Emanuele accendono tutti i server all’interno dell’appliance Datto. Il sistema di business continuity, infatti, non solo tiene i salvataggi dei server di produzione, ma è anche in grado di riaccenderli al suo interno grazie a un sistema di virtualizzazione istantanea.

Al mattino il personale inizia a lavorare come se nulla fosse, senza sapere che il server originale è spento: è la soluzione di business continuity che tiene in piedi l’azienda, in questo momento.

Quando arriva il tecnico per cambiare la scheda al server si scopre che l’operazione non è così semplice come si pensava all’inizio e le cose vanno per le lunghe.

Senza stare a riportare i dettagli tecnici dell’intervento, alla fine è successo che il server originale è rimasto spento 3 giorni (!). Quando è tornato operativo, i tecnici hanno aspettato la fine dell’orario di lavoro del personale e in 3 semplici mosse hanno spostato i server dal sistema di business continuity al server di produzione originale.

Grazie alla lungimiranza di Emanuele nell’implementare un sistema di business continuity (nonchè alla fiducia che il cliente ha riposto in lui) l’azienda non ha perso nemmeno un’ora di lavoro!

Cosa ci si porta a casa da questa vicenda?
Che la business continuity oggigiorno non è un lusso, ma una necessità per ogni azienda, non solo per gestire “i disastri” che (per fortuna) non avvengono tutti i giorni.