Ogni giorno vengono rilasciate più di 100.000 nuove tipologie di malware, e i produttori di antivirus sono costantemente occupati ad aggiungere nuove funzioni di protezione per cercare di non perdere la sfida.
Ma tutte queste funzioni in più consumano ancora più risorse di CPU e di RAM, fatto che riduce le performance e l’usabilità portandole a livelli ancora meno accettabili.
La valanga di nuovi malware costringe inoltre i produttori di antivirus ad aggiornare continuamente i propri file contenenti le firme dei file pericolosi, tanto che ormai è comune assistere ad aggiornamenti quotidiani di svariati megabyte.
Il problema di base è che, nonostante tutti questi “progressi”, non tutto il nuovo malware riesce a essere intercettato – con la conseguenza che i computer finiscono con l’infettarsi.
In poche parole, la protezione mediante tecniche tradizionali di rilevamento del malware non è più adeguata.
Esistono tante infezioni diffuse dai cybercriminali che nessuno è più immune dal rischio. Una recente ricerca condotta da Webroot su base globale ha scoperto che l’83% delle aziende è stato infettato da una qualche forma di malware negli ultimi 12 mesi, e altre ricerche indipendenti mostrano livelli di infezione simili se non superiori.
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